martedì 23 ottobre 2007

Storie di cronopiòs e di famas



Salve a tutti.

Mi scuso in anticipo per le dimensioni dell'immagine ma questo passa il convento. E ripensandoci non sono in anticipo.

Lasciatemi premettere che sto scrivendo accompagnato dalle note di Speak Like a Child,Herbie Hancock. Mai fu commesso errore più grande da un mortale con l'intenzione di parlare di un libro.

Eh si,perchè,paradossalmente, un disco del genere dovrebbe accompagnarmi e lasciarmi scivolare nella tranquillità come sabbia che filtra tra le dita di un pugno chiuso; tuttavia, trovo impossibile trovare tranquillità tra le sonorità di un disco così...più che astrarmi verso un'isola di concentrazione mi viene da percorrere le strade affollate disegnate dalle sinuosità di questa musica.Ascoltatelo,e se vi va,fatemi sapere cosa ne pensate.

Vorrei andare ora ad illustrarvi una new entry del mio scaffale,accanto alla mensola del Vino di Porto. Prima che me ne dimentichi,però vorrei parlarvi dell'iniziativa che il vate Mezzopolmone ha intenzione di portare avanti,ossia la stampa di una quantità spropositata di adesivi che in qualche modo rappresentino il nostro blog, al fine di appicicarli su qualsiasi cosa possieda una superficie degna di ricevere il bacio del nostro fottuto collante. Parliamone:megalomania,coraggio o pasta coi broccoli?secondo me tutte e tre le cose.Ma parliamone.


Dopo essermi dilungato di circa un pochettino sul tema principale di quest post,vi dirò cosa mi ha spinto a scrivere quanto sto scrivendo: siete veramente capaci di descrivere un gesto come salire le scale?

Io si.

Ma quanto si trova nel libro di Cortazàr non è una semplice descrizione. Parafrasando la prefazione di Calvino al nostro libro, è un flusso di immagini a getto continuo le quali si incastrano con costruzioni geometriche in equilibrio su di un filo, bagnate dal principio dell'improbabilità. Salire le scale. Saliamo.

Salire le scale.

un ordine.un'azione talmente meccanica, automatica, quotidiana, routinaria,blandamente priva di qualsiasi tipo di fascino estetico. Cosa ne possiamo dire...salire le scale,salirelescale...forse qualche metafora,un allegoria cristologica. Poco sensato.

Cortazàr dimentica qualsiasi nozione referenziale,inconscia e non,di cui un essere umano occidentale sia in possesso, circa il salire le scale. Il risultato è comico, surreale, un lancio di dadi, una finestra che si affaccia sullo schizzo,carbone,di un pittore,romantico,poeta,artista,sognatore,musicista qualsiasi.


Questo è il primo volume del libro: Manuale di istruzioni. Poche pagine, volano via in un attimo. Un insieme di istruzioni, piccoli brani dal forte contenuto estetico,composti mediante l'uso di un linguaggio davvero semplice,per stessa ammissione dell'autore.Totale assenza di narratività sia chiaro. Per me si tratta di un'esperienza alla quale bisogna dedicarsi, pensare.

Julio Cortazàr, "Storie di Cronopios e di Famas" pp.150 Einaudi editore(8,20 Euri)

L'opera non si chiude qui, a differenza di questo mio primo commento su di essa. La mandria di calzini che pascola allo stato brado sul mio letto necessità della mia attenzione,per essere governata e rimessa accanto al gregge di mutande.Per chiudere questo mio primo intervento vorrei però riportare un episodio della biografia di Cortazàr(1914 Bruxelles-1984 Parigi)

Nel 1981 gli viene diagnosticata la leucemia.
1982: Con partenza il 23 maggio, viaggio Parigi Marsiglia in 33 giorni con Carol Dunlop. Le regole:mai uscire dall'autostrada, esplorare nel dettaglio due aree di parcheggi al giorno con sosta obbligata per la notte nella seconda, tenere un minuzioso diario di viaggio a due: ne nascerà Los autonautas de la cosmopista. Carol Dunlop, anch'essa malata di leucemia, muore in autunno.

Tornerò a commentare "Storie di Cronopios e Famas" e spero che il seme della curiosità si sia insinuato nel vostro fegato(perchè è lì che si sente di più).

Buonanotte


p.s.Un grazie a Giulia per avermi calato in questo universo di estetica surreale...

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