giovedì 1 novembre 2007

Requiescat in pacem

Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per piangere la morte della nostra esimia concittadina: La Repubblica. Tutti noi la conoscevamo, chi solo di vista, chi più profondamente; chi la frequentava per far bella figura e chi solo per avere il libro in allegato.
Chiedo scusa se il mio parlare è stato finora ambiguo, ma il cadavere che seppelliamo oggi non è quello marcio, corrotto, putrescente e disgustoso della Repubblica Italiana, bensì il corpicino cartaceo della Repubblica, quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e diretto da Ezio Mauro. Quanti di voi sono cresciuti sfogliandolo? Io si, e sono sinceramente addolorato.
Perché? Chi avesse letto la Repubblica di recente si sarà accorto che quello che era uno dei pochi (forse l’unico insieme all’immortale Corriere della sera) quotidiani italiani non asserviti alle logiche di partito, è ultimamente scaduto a mezzo di propaganda del nascente partito democratico (almeno nelle pagine di politica interna). Evitando le polemiche sul minestrone democristiano-socialdemocratico che tentano di propinarci come nuova ventata nella politica italiana, voglio solamente constatare come sia ormai impossibile fruire di un’informazione indipendente ed oggettiva nel panorama giornalistico del bel paese, rammaricandomi per i miseri meccanismi del potere, che infiltrano i loro tentacoli viscidi in ogni pertugio rimasto libero dalla contaminazione cui si sta assistendo. Inoltre, l’impaginazione e la grafica della Repubblica erano originali e accattivanti, e mi dispiace ancora di più perché mi vedo costretto a scambiarle per quelle più asettiche e classiciste del Corriere. La grande cultura, e con lei l’intellettuale moderno ( o presunto tale), producono al meglio quando avversano i poteri precostituiti, non quando vi si sottomettono docilmente, scendendo a patti in cambio di visibilità, denaro, o qualsivoglia privilegio. Beh, è tutto, se il quotidiano in questione è troppo radicato nel vostro immaginario, vi consiglio di acquistarlo ugualmente, e lasciare all’edicolante tutte le pagine all’infuori della rubrica culturale, quella si, la migliore sul panorama italiano.

A presto.

M.P.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ok, repubblica ci ha traditi.E' vero. Ha tradito il principio d'indipendenza di Scalfari soprattutto, che in 20 anni ha reso il suo quotidiano il più letto d'italia. Ora solo il corsera si può dire davvero super-partes nei limiti della sudditanza del pensiero alla vita reale (in memoria di Ferruccio che venne silurato all'indomani della pubblicazione dell'editoriale contro la guerra in Iraq). Ma visto che la politica non è tutto, anche se occupa le prime 15 pagine del giornale che poi la gente sfoglia come fosse una sola, voglio spezzare una lancia in favore di Repubblica. R2 è grandioso, è la vera novità dell'editoria dei quotidiani. Invece di rilanciare il duello su chi regala per primo la nuova enciclopedia per non vedenti - in alternativa al dizionario per analfabeti di ritorno in allegato col corriere - Mauro ha puntato sui contenuti (! sì, proprio quelli) e sugli approfondimenti. Pagine che vanno ad arricchire e integrare quelle già splendide dedicate alal cultura e alla scienza. Nessun quotidiano ha qualcosa di simile.
E poi a pagina 17 (circa) c'è l'amaca di Michele Serra. Non sempre è interessante, ma rimane la mia lettura preferita per accompagnare la prima colazione.
Ciao sodali telematici