sabato 3 novembre 2007

Il fascino (in)Discreto della cinematografia

Salve a tutti i lettori del Cabo.
Incredibile ma vero, troviamo ancora dei folli disposti a pubblicare da free lance sul nostro giornaletto telematico, quindi ecco a voi un ottimo articolo del buon Mell (gli pseudonimi sono la norma, su cquesti lidi), studioso di cinema e feroce critico dell'appena conclusasi Festa Internazionale del Cinema di Roma. Evito qualsiasi giudizio, lasciando a voi i commenti.
A presto,
M.P.


18-27 Ottobre 2007:

FESTA INTERNAZIONALE DEL TAPPETO ROSSO DI ROMA


Caro signore Organizzatore della Festa Internazionale del Cinema di Roma, che ha parlato tanto bene e tanto a lungo nelle Università della città al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di studenti, che ha introdotto riduzioni (del 10 %, ovvero 6,30 invece di 7 euro) per i giovani di età compresa tra i 18 e i 26 anni, che ha dotato la città di servizi di trasporto pubblico per agevolare il raggiungimento dell'Auditorium (posto in una zona lontana dalla Roma universitaria), che ha invitato Bertolucci a tenere una lezione sul cinema, che ha convinto Malick a conferire riguardo all'illustre cinema italiano attualmente in crisi, che è riuscito a raccogliere intellettuali del calibro di Enrico Ghezzi e Franco Battiato in un incontro solo alla modica cifra di 5 euro...

Non si è accorto delle numerose code inutili agli sportelli delle biglietterie?
Non si è accorto del gap tra domanda e disponibilità dei posti o ancora dello squilibrio tra posti disponibili e posti assegnati agli accreditati?
Non si è accorto delle numerose chiamate infruttuose al centralino della biglietteria telefonica e, soprattutto, non si è accorto che il numero di questo servizio è un 199 e per tanto a pagamento (e salatissimo per giunta)?
Non si è accorto che anche i film in arabo con sottotitoli in aramaico stretto risultavano "tutto esaurito" già qualche giorno prima della proiezione e che la sala della Casa del Cinema, dove si proiettavano film classici italiani gratuitamente, riusciva ad accogliere solo un terzo delle persone in coda?
Ma soprattutto, non si è accorto che i giovani sono risultati in realtà tagliati fuori da questo illustre Festival cinematopolitico?
Lo studente fuori-sede medio abita nel migliore dei casi a San Lorenzo o in Piazza Bologna (o altrimenti, più di frequente, sulla Casilina, sulla Prenestina, a Montesacro o a Roma Sud), non è dotato di un mezzo di locomozione, ha a disposizione un budget molto limitato ed è, di norma, impegnato per i corsi universitari dalle 9 di mattina alle 6 di pomeriggio.
Ora, dando uno sguardo al programma, individuando attentamente orario e luogo degli eventi e delle mostre, aggiungendo poi l'esigenza di prenotare almeno una settimana prima ed unendo infine il fatto che il programma è distribuito esclusivamente all'Auditorium Parco della Musica di via De Coubertin (o in maniera disorganica, inizialmente, su internet), risponda ad una semplice domanda: come può uno studente partecipare agli eventi del festival?
Si sarebbe potuto ovviare ai seguenti disagi in maniera molto semplice creando una collaborazione con le università romane, o almeno con quelle dotate di corsi di laurea riguardanti strettamente il campo cinematografico, si sarebbe potuto creare un circuito parallelo al mainstream con spazio ai giovani (simile al vostro concorso di cortometraggi, ma organizzato e pubblicizzato in maniera più efficace e seria) che, casomai, toccasse più parti di Roma con proiezioni pubbliche in diverse piazze della città. Sarebbe stato opportuno fare in modo che in tutta la città si respirasse l'aria della festa del cinema e non solo all'interno dell'Auditorium da coloro i quali vestivano elegantemente il cartoncino "pass" come fosse un orologio da tasca di platino. Sarebbe stato molto facile prevenire le pecche evidentissime del Festival, ma non è stato fatto niente, svelando così il disinteresse verso il giovani celato dietro la facciata dell'impegno e della promozione sociale.
"I giovani sono apatici e prevenuti contestatori del potere" - si potrebbe sentire dall'alto della terrazza del Pincio - non è assolutamente vero (nella maggioranza dei casi): basta promuovere eventi validi, spendere i soldi dei contribuenti in modo giusto ed evitare prese in giro per smuovere le corde assopite dell'approvazione e della partecipazione non polemica giovanile.
Sarebbe bastato badare meno alla forma e più ai contenuti, meno all'apparenza e più alla pratica... ma del resto la politica italiana è così, si sa, e non è facile cambiare qualcosa che si è radicato nell'essenza... si dovrebbe però evitare il contagio... ci vorrebbe una quarantena...
Ora signore Organizzatore della Festa Internazionale del Cinema di Roma sia sincero, sia onesto. Come è riuscito ad organizzare così male un festival che si presentava nel migliore dei modi (Ottimo il programma, ottime le mostre, ottimo l'ambiente, ottimi gli intenti)?
Forse fa parte anche lei della cospirazione che mira a fare del cinema un evento extra-artistico costituito da un allegro tappeto rosso con intorno qualche flash!


Mell



NB : L'esclusione dagli eventi di punta del festival mi hanno provocato una demenza temporanea della quale sono tutt'ora affetto, per cui non badate troppo alle mie parole.
Se tra i "pariolini", "pottini", "chiattili" o giornalisti, fotografi presenti agli incontri qualcuno avesse filmato qualche spezzone, vi sarei grato se metteste a disposizione un po’ di materiale su internet.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La cosa che più ci ha lasciato più sconvolti, è stata la fredda certezza con cui le centraliniste, alla chiamata per prenotare l'incontro con Malick, non hanno neanche controllato la disponibilità. Se lo sanno le centraliniste, perchè gli orgnizzatori no? Una buona idea potrebbe essere quella di passare lo stesso film per un'intera giornata nella stessa sala, in modo da esaurire le richieste e consentire a tutti di vederlo. Potrebbero organizzare i primi tre giorni con le anteprime, e poi nei giorni successivi incontri e film a rotazione. Serve organizzazione, le cose alla buona hanno già ucciso una volta il cinema italiano, e ora che sta cercando di uscire dalla bara, si ritrova solo, tra VIP, giornalisti placcati d'oro, raccomandati, politici e bustarellanti. E noi? L'unico modo per vedere la festa del cinema è stato tramite lo strumento che ce l'ha portato via: la televisione.