mercoledì 5 dicembre 2007

Un breve racconto.

L'idea del contest mi piace e appena letta la parola pennello mi è venuto un breve racconto, carico di molti oggetti e parole ma non di quelle scelte da voi. Ve lo presento comunque sperando che vi piaccia.

IL TEMPO DI UNA SIGARETTA.

Verso la rotta, nubi cariche di pioggia si addensano sulla testa.

Magia del fuoco magia del’oro,
uno zingaro mi regalò uno zippo da usare nelle feste.
Magia del fuoco Magia del sangue,
Alla festa mi bagnarono il collo col sangue di una pecora appena sgozzata,
porta fortuna mi dissero.
Magia dell’acqua magia del tempo.

Accendo i ricordi con la mano destra sfregando una corona di ferro, uno sbuffo di nafta invade l’abitacolo del’automobile
‘Accendi il riscaldamento ai piedi che ho freddo’
Le gocce di pioggia iniziarono a sbattere sul vetro della macchina, il cielo si tingeva di un grigio logoro e stantio, tracciato da mano sapiente con un pennello troppe volte usato.
‘mmm’
il primo tiro di sigaretta è una sferzata che dal midollo spinale sale fino a raggiungere le tempie. Il pensiero si presenta forte e diretto, le sinapsi nervose soffrono di un assolutismo emozionale che mi porta a l’estate precedente; Quel volto sorridente ma freddo, da sole mattutino, è lo stesso che mi trovo accanto?.
‘Alza che questa mi piace’
Il suono non riusciva a coprire i pensieri, il secondo e il terzo tiro mi servirono per chiarirmi le idee.
‘ Hai visto?’
‘Cosa?’
‘Tutti i campi sono spogli, c’è solo un albero ogni tanto’
‘Una antica legge permetteva la presenza di un solo albero in ogni campo a coltivazione’
‘Perché?’
‘Serviva hai contadini come riparo dal sole per il pranzo’
Anche gli alberi soli, non un ulivo e un alloro abbracciati, solo querce dalle ghiande dure come il cuore. Essere come le viti era un buon modo di campare, le nostre dita incrociate a rompere la magia dell’individuazione, da ciò potevano venire solo buone cose, buone come il vino.
Altri tre tiri non riuscirono a togliermi il sapore del vino dalle labbra. Un vino invecchiato ormai vent’anni, bevuto insieme a Michele su colline che assomigliano tanto a queste che mi passano davanti agli occhi.
‘A cosa pensi?’
Mi presi il tempo di due tiri per rispondergli, la nube diventava sempre più una realta passeggera.
‘Pensavo quando da ragazzo stavo con Michele su colline simili a queste, lui aveva un pollaio e una catasta di legna da tagliare e mi chiese di dargli una mano. Glie la diedi in cambio di un bicchiere di frizzantino e di un uovo bevuto dal guscio.’
La sua mano sulla spalla, mi riscaldò il corpo.
é il calore del suo corpo o il sole che scappa dalle nubi a scaldarmi?
Un tiro e la sigaretta era fuori dalla macchina.

K.M.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è da tanto tanto tempo che non leggevo una cosa che mi emozionasse a tal punto...davvero bravo! =)

M.P. ha detto...

E bravo il Mancini, vedo che ti sei studiato bene il tuo pavese...un quadro perfetto fatto di pennellate da maestro

Anonimo ha detto...

bene, ma xché non proponi una parola e partecipi al proximo?
dai, partecia, dai, dai, dai, partecipa, partecipi? partecipa, dai dai