Eccoci qui.
Il punto della situazione è tragico; il bravo Alessandro Baricco, in un suo tentativo: di pensare: scrivendo, riassumeva la cosa in questi termini: i Barbari stanno arrivando.
A mio vedere sono già arrivati.
Anzi, sono esattamente alle nostre spalle, pronti a tagliarci la gola.
A rischio di sembrare un rompiscatole, citerò qui un exemplum letterario di portata epocale, dal quale ho tratto molta dell’ispirazione per questo editoriale: il Decameron.
Aspettate un momento, prima di tirare verdure e abbandonare la sala.
In quel libro meraviglioso Boccaccio frapponeva tra il lettore e il cuore della narrazione un “orrido cominciamento”, giustificandosi con l’idea che così la lettura seguente sarebbe risultata ancora più piacevole.
Qual è il nostro orrido cominciamento?
Evitando di dilungarmi in descrizioni dettagliate della nostra società (che sarebbero goffe e spiacevoli, mancando a me l’abilità del certaldese), vi invito semplicemente a guardarvi intorno, guardarvi intorno e scorgere qualche segno di salvezza, che so: la luce del faro, la tromba che annuncia la carica della cavalleria.
Nulla?
Perfetto, il nostro cominciamento è veramente orrido, allora.
Giovanni permettendo (spero che non me ne vorrà), continuerei a pescare a piene mani dal suo capolavoro.
Che si fa, quando la nave affonda?
Ognuno per se e Dio con tutti, si sente in qualche vecchio film d’ambientazione marinaresca, amplificando l’egoismo insito nel più classico: Si salvi chi può!
Mettersi in salvo è d’obbligo, ma, da soli, cosa si combina? Nulla o poco o nulla, il mare (o Barbari o Peste) ci incalza da tutte le parti, annegandoci senza pietà.
E allora, che si fa?
Si scappa, ovvio, ma tutti insieme.
E allora, sulla scia della nobile brigata boccaccesca noi del "Cabo" ci siamo cercati il nostro locus amoenus, libero dalle ingerenze sociali, un bel “palagio” virtuale, dove parlare di tutto senza esserne infettati, privo di censure e libero da influssi “malefici” (mi sembra un buon aggettivo, vogliate scusarne l’ingenuità).
Beh, la nostra onesta brigata l’abbiamo costituita, le nostre regole ce le siamo date (poche, ma buone, che l’ordine è necessario, ma quando è troppo rompe), non ci resta che invitarvi nel nostro giardino, sperando nella vostra buona volontà e nella nostre (senza dubbio limitate) capacità.
Vi auguro un piacevole soggiorno.
M.P.